Alessandra Galloni e Christopher Emsden, Wall Street Journal, 15 luglio 2011,
Esposta al fuoco di fila dei mercati finanziari, l'Italia rinnova la sua spinta per bond comuni europei come risposta alla crescente perdita di fiducia nella capacità dei governi europei di contenere la crisi che sta ingolfando il 40% dell'economia dell'eurozona. In un'intervista rilasciata giovedì (14 luglio, ndt), il ministro italiano dell'Economia, Giulio Tremonti, ha detto che il lungo stallo sulle modalità di salvataggio del debito Greco ha messo in rilievo le divisioni che lacerano da mesi l'eurozona. "Storicamente, l'Unione Europea, sin dalla sua concezione, ha sempre aspirato alla convergenza.
Oggi invece emergono segmentazione, egoismo e localismo", ha affermato. Tremonti ha parlato con il Wall Street Journal subito dopo l'approvazione da parte del Senato del pacchetto di misure d'austerità finalizzato a raggiungere il pareggio del bilancio entro il 2014 e a calmare il nervosismo dei mercati rispetto alla capacità di credito del Paese. La misura verrà approvato in giornata (come in effetti è avvenuto il 15 luglio, ndt).
L'Italia, la terza economia europea, è stata improvvisamente coinvolta dalla crisi continentale del debito quando le crescenti preoccupazioni sulla solvibilità della Grecia si sono diffuse al nostro paese, il cui debito ammonta al 120% del Prodotto interno lordo. Sebbene l'Italia abbia recentemente venduto con successo 5 miliardi di euro in titoli di debito a lungo termine, i rendimenti su i bond a dieci anni hanno continuato a crescere sino al 5.63%. Lo spread rispetto agli equivalenti titoli tedeschi si è allargato al 2.9% rispetto al 2.07% di una settimana fa (dati riferiti alla prima metà di luglio, ndt).
Il contenzioso tra le capitali europee rispetto al coinvolgimento del settore privato nel secondo pacchetto di aiuti alla Grecia contrasta con l'unione di intenti mostrata dall'Europa al momento del primo salvataggio del paese ellenico, nel maggio 2010, nota Tremonti nell'intervista. I semi della discordia erano stati piantati durante il summit di ottobre nel resort balneare francese di Deauville, quando Germania e Francia ventilarono per la prima volta la possibilità che investitori privati potessero sostenere le perdite delle nazioni insolventi dell'eurozona, innescando così i disaccordi che hanno impedito sostanziali progressi nella risoluzione della crisi del Continente.
"Dopo lo Spirito di Maggio è venuto lo spirito autunnale di Deauville e quella stagione non è ancora finita", sottolinea Tremonti, aggiungendo che gli eurobond potrebbero rappresentare la strada verso una nuova unità." "Io sono per gli eurobond...gli eurobond sono nello Spirito di Maggio."
Tremonti è da tempo tra i promotori degli eurobond, uno strumento di debito che sarebbe adottato congiuntamente da tutti i paesi dell'area della moneta unica. Tremonti crede che tali bond dovrebbero gradualmente rimpiazzare grosse fette dei debiti nazionali nell'eurozona. Nella primavera del 2010, mediante corrispondenza privata l'Italia aveva tentato di sondare l'umore dei partner europei rispetto all'idea, e in seguito, in autunno, Tremonti aveva apertamente parlato della proposta. Diversi parlamenti europei accolsero l'idea, che venne tuttavia nettamente respinta dalla Germania.
Secondo Tremonti, gli eurobond non escludono necessariamente il coinvolgimento del settore privato. I membri dell'eurozona avvicineranno le loro posizioni "solo quando ognuno realizzerà che la crisi, che già colpisce il 40% dei paesi che adottano l'euro, rappresenta un problema comune."
Parte delle ragioni alla base della diffidenza dei mercati rispetto all'Italia era legata alla preoccupazione degli investitori che temevano che il parlamento - spesso soggetto a instabilità e fazionalismo - non dimostrasse l'unità necessaria per approvare rapidamente il piano di austerità del governo.
Dopo l'approvazione senatoriale, la Camera si è espressa sulla misura - che include il congelamento dei salari nel pubblico impiego e una riduzione dei trasferimenti dallo Stato centrale ai governi locali. Il premier, Silvio Berlusconi, può contare su di un'esigua maggioranza alla Camera, ma i partiti dell'opposizione hanno annunciato di non voler ricorrere ad alcuna forma di ostruzionismo in nome dell'unità nazionale (come poi è avvenuto il 15 luglio, ndt). Nel seguito dell'intervista, Tremonti si è dimostrato fiducioso sui tempi rapidi di definitiva approvazione, che rappresentano un record rispetto al normale iter di discussione di un provvedimento di tale rilevanza, che per solito richiede mesi di dibattito e che in passato ha causato la caduta di diversi governi in Italia. "Abbiano fatto quel che dovevamo fare...Mai è capitato in Italia che una legge finanziaria venisse approvata in tre giorni."
Tra una votazione parlamentate e l'altra, Tremonti dichiara anche di lavorare al rafforzamento delle misure di concentrazione delle spese relative ai tagli della spesa pubblica e ai provvedimenti per aumentare le entrate statali; una mossa che dovrebbe spingere il deficit nazionale sotto i livelli previsti sia per l'anno corrente che per il prossimo. Inclusa nelle modifiche al testo l'introduzione accelerata di tariffe co-finanziate per alcune prestazioni sanitarie.
Il deficit budgetario italiano è già al di sotto della media dell'eurozona e il governo ha promesso di ridurlo al 3.9% del Pil entro quest'anno, al 2.7% nel 2012, all'1.5% nel 2013 e a zero nel 2014.
Il pacchetto di provvedimenti include anche sedici misure per favorire la crescita, quali agevolazioni fiscali per la ricerca e sviluppo e per le imprese nascenti, oltre a uno schema per velocizzare il rigido sistema di giustizia civile italiano. Queste misure "daranno un significativo slancio" alle attività economiche italiane, ha detto Tremonti. La nuova legislazione offre anche incentivi alle amministrazioni locali affinché privatizzino alcuni servizi municipali e cerca di deregolamentare alcuni albi professionali, tra cui quello dei maestri di sci, che vede lo stesso Tremonti tra i membri.
Il ministro ha anche smentito i report giornalistici che ipotizzano le sue prossime dimissioni in seguito a contrasti intercorsi con Berlusconi rispetto ai contenuti della finanziaria. Report che avrebbero invece contribuito ad acuire il nervosismo dei mercati rispetto alla stabilità politica dell'Italia. "Non mi sto per dimettere, non ho ragioni per dimettermi". (Traduzione a cura di Fabio Lucchini)