Se il sondaggio pubblicato l'8 ottobre sul Corriere Economia vede giusto quando rileva che una fetta consistente dei lavoratori dipendenti italiani è favorevole ad una riforma del lavoro che premi merito e produttività, allora i lavoratori italiani sarebbero sulla stessa linea dei colleghi francesi. I "fratelli d'oltralpe", solo pochi mesi orsono, hanno premiato col proprio voto la proposta riformatrice di Nicolas Sarkozy per ridare “valore al lavoro”. Una politica del lavoro, quella della riforma appena entrata in vigore in Francia, che è assai vicina alle idee dei riformisti del Comitato in difesa della Legge Biagi e dall'Associazione Giovane Italia: l'egualitarismo al ribasso sostenuto da sindacati e sinistra non rispecchia più il sentire dominante tra i lavoratori europei né interpreta il senso comune rispetto al senso di “giustizia sociale” che l'ideologia operaista pretenderebbe di tutelare.
Se i dati non mentono, insomma, anche l'Italia è pronta a “rompere” con il pauperismo sostenuto da sinistra e sindacati e ad abbracciare una radicale riforma del lavoro, che restituisca valore al lavoro attraverso il riconoscimento del merito e la valorizzazione del potenziale dei lavoratori.
È a questi obbiettivi che è volta, in Francia, la riforma del lavoro voluta - e realizzata in una manciata di mesi - dal Presidente Sarkozy. Ma, cosa ancor più significativa, è a quei medesimi obbiettivi che è ispirata la battaglia di Giovane Italia e Comitato in difesa della Legge Biagi. All'indomani della pubblicazione del sondaggio realizzato da Renato Mannheimer, la Manifestazione romana del 20 ottobre prossimo –