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L’Unione Mediterranea, è accordo Merkel-Sarkozy

Per Israele, un'opportunità di normalizzazione politica con i paesi arabi


Gemania e Francia trovano l'accordo sull'Unione per il Mediterraneo, il dossier aperto da Nicolas Sarkozy già all'indomani dell'insediamento all'Eliseo, che ha creato non poco imbarazzo a Bruxelles, e non marginali incomprensioni con il principale interlocutore europeo del presidente francese, la Cancelliera tedesca, Angela Merkel.

L'Unione mediterranea, nell'idea di Sarkozy, punta a definire una piattaforma di cooperazione economica e commerciale tra l'Europa meridionale – Francia, Italia e Spagna – e i paesi extra-europei che si snodano lungo le coste del Mediterraneo, dal Nord-Africa al Vicino Oriente, dalla Libia a Israele.

Il progetto, caldeggiato dal Presidente francese, ha suscitato in Europa non poche perplessità. Con la Germania, infatti, anche la Commissione europea  ha riservato all'iniziativa un'accoglienza piuttosto tiepida, esprimendo il dubbio che l'Unione mediterranea potesse rappresentare una minaccia alla stessa credibilità di Bruxelles, come sede decisionale unica ed unitaria delle politiche europee. L'Unione mediterranea, infatti, se dal punto di vista strategico offrirebbe all'Europa un vantaggio competitivo “esclusivo” con i paesi dell'area – un vantaggio spendibile, ad esempio, nei rapporti con gli Usa – rappresenterebbe, de facto, un indebolimento della governance europea, contendendo alle istituzioni dei 27 il potere di intraprendere l'iniziativa politica con i paesi confinanti con il territorio europeo. 

La Germania, tuttavia, più che per le ripercussioni sull'esclusività delle istituzioni comunitarie a definire la politica di vicinato, ha ragione di temere che l'iniziativa francese finisca con il dirottare a sud – affidandolo, nei fatti, alla Francia - il baricentro decisionale della Ue.  Verrebbe cioè meno – è questo il timore tedesco – la centralità dell'asse bilaterale Francia-Germania, king-maker della politica europea sin dalla costituzione delle prime comunità.

 Il progetto di Unione per il Mediterraneo, così come viene presentato dalla diplomazia parigina, è stato dunque alla base di un conflitto diplomatico tra Germania e Francia che, negli ultimi mesi, ha assunto contorni allarmanti, quando la determinazione francese a condurlo in porto e la perdurante ostilità tedesca, hanno finito con il condizionare addirittura il calendario diplomatico, costringendo a rinviare incontri bilaterali già fissati da tempo. Tuttavia, agli inizi di marzo, Merkel e Sarkozy hanno avuto modo di incontrarsi informalmente ad Hannover, in occasione  del Cebit, il Salone mondiale delle tecnologie dell'informazione. Ed è in quella sede che, pare, sia stato trovato l'accordo. In cambio del benestare tedesco all'Unione mediterranea, la Francia  avrebbe accordato di riferire il progetto al modello del “Consiglio degli Stati del mar Baltico”, un'iniziativa già in atto nonostante sia sconosciuta ai più, e che la Germania ha evidentemente adesso intenzione di rilanciare, dato il crescente peso economico-politico assunto negli ultimi anni dagli ex stati satellite dell'Urss.

Da quanto trapelato ufficiosamente ad Hannover, pare che la Merkel si sia lasciata convincere dalla disponibilità di Sarkozy ad inscrivere l'Unione per il Mediterraneo nella cornice del processo di Barcellona, l'iniziativa europea nata nel 1995 con l'obiettivo di implementare una piattaforma di sviluppo delle relazioni commerciali con i paesi confinanti con l'Europa sul Mediteranno. In tal modo, verrebbe salvaguardata la “forma” dell'unità europea, mantenendo inalterata l'efficacia del progetto che risiede appunto nella capacità di implementazione esclusiva degli stati membri aderenti.  

Il Progetto dell'Unione mediterranea, tuttavia, non è ancora stato ufficialmente presentato per evitare di urtare la suscettibilità dei partner europei mettendoli nella fastidiosa condizione di dover ratificare una decisione già presa.  L'occasione si presenterà con il prossimo Consiglio europeo. Un vertice straordinario sarà qindi convocato a Parigi, il prossimo luglio, a pochi giorni da un incontro ristretto tra i paesi membri aderenti all'Unione mediterranea.  

Dal punto di vista geo-politico, l'iniziativa francese assume un significato strategico cruciale. Non è un caso che, in visita a Parigi, il Presidente israeliano Shimon Peres, abbia voluto sottolineare l'interesse con cui il suo paese ne segue l'evoluzione.

In un'intervista rilasciata a Le Figaro, il 7 marzo scorso, alla vigilia della visita di Stato in Francia, Peres ha definito “affascinante” l'idea del Presidente Sarkozy. “La differenza tra il Medio-Oriente e l'Unione per il mediterraneo - ha spiegato il capo dello stato ebraico – è che Israele è incluso nell'Unione. Al nord, ci sono i paesi europei; a sud, il Maghreb e, nel mezzo, i paesi arabi e Israele. Questo – ha continuato Peres – crea una forza economica con un grande potenziale di avvicinamento politico.”

L'Unione per il Mediterraneo rischia insomma di rivelarsi un asset cruciale all'avvicinamento dell'occidente euro-atlantico – e del suo avanposto in terra mediorientale, Israele – verso il mondo arabo, sottraendo così agli Stati Uniti l'esclusività dell'iniziativa economica nella regione. In tal senso è interessante osservare la disponibilità di Israele ad assumere la leva economica offerta dall'Europa geograficamente più interessata alla regione mediterranea – Francia, Italia e Spagna - per farne un potenziale fattore di stabilizzazione politica, aldilà delle iniziative attualmente in corso sotto regia Americana.

In tal senso, gli Stati Uniti avrebbero nell'Unione mediterranea, più che un competitor, un partner in grado di farsi interfaccia con la regione del Vicino Oriente sotto le insegne dell'amicizia garantita dalla Francia del Presidente Sarkozy. L'Unione mediterranea, che ha già ricevuto l'avallo di Italia e Spagna - per cui lo sviluppo economico del Mediterraneo rappresenta un asset cruciale per le opportunità di sviluppo future - potrebbe dunque rappresentare una svolta significativa non solo per la normalizzazione dei rapporti tra oriente ed occidente e tra Europa ed Usa ma anche per il ricorso al soft power come alternativa credibile e non divisiva nella strategia di pacificazione della martoriata regione mediorientale. 



Data: 2008-03-12







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