Lettera di Stefano Carluccio, Direttore di Critica Sociale, al Segretario Generale della Fabian Society, Sunder Katwala:Caro Sunder,
in occasione della Celebrazione del Centenario del Rapporto di minoranza sulle Legge per la povertà, presentato dalla signora Beatrice Webb nel 1909, vorrei mandarti un saluto non solo amichevole e di buon lavoro, ma offrire a nome della Critica Sociale ai Fabiani, il dono di una testimonianza dello stretto legame che la Rivista del socialismo italiano fondata da Filippo Turati, il padre del PSI, aveva con il laburismo, con i Webb e la Fabian Society in particolare.
Ti invio
due articoli comparsi sulla nostra centenaria rivista nei primi anni del 1900.
Il primo articolo riguarda appunto il “Rapporto sulla Povertà” che cita ai lettori italiani come un esempio e un metodo per efficaci politiche di emancipazione e di giustizia sociale, sicuramente più efficaci della pura e semplice carità che lascia i poveri nella loro condizione e soprattutto nella loro dipendenza sociale e nella marginalità politica.
In questo senso la Critica rileva la grande importanza dell'educazione che un politica a favore dei poveri deve svolgere per costringerli alla dignità e alla libertà, condizioni precedenti all' eguaglianza e alla giustizia.
“I 500 milioni di sterline che oggi ancora il Regno unito disperde in sussidi all'indigenza - scriveva Critica Sociale – non esercitano alcune azione preventiva. Conviene mutare sistema radicalmente: sia trasformando l'ambiente, sia agendo inizialmente, in ogni singolo caso, sulle cause individuali del fenomeno, educando l'infanzia, prevenendo le infermità, combattendo la disoccupazione volontaria, richiamando tutti al compimento dei doveri sociali che prevengono la caduta”. E aggiungeva: “Questa razionale pressione sulla volontà dei singoli (contenuta nella proposta degli
Webb) si risolve in un aumento di quella libertà che sembrava violentare”. Per concludere così: “La sanità sociale è un interesse generale, e a conservare un dato minimo di civiltà, la responsabilità dell'individuo e quella della comunità debbono essere chiamate solidalmente a concorrere”.
Si tratta di quello che oggi chiamiamo “principio di responsabilità” che il New labour ha riproposto sviluppando quegli antichi principi nella moderna proposta di “empowerment”, la collaborazione tra cittadino e governo che supera la tradizionale “redistribuzione a pioggia” della ricchezza, ma coinvolge gli utenti nella democrazia sociale per la libertà di scelta e di gestione dei servizi.
Caro Sunder , ti invio, inoltre, un secondo articolo, anteriore al primo, ma altrettanto importante perché per la prima volta Critica Sociale presenta ai socialisti e ai progressisti italiani la natura del Partito laburista costituitosi pochi anni prima e ne traccia un identikit che indica il modello che Turati voleva per “suo “ PSI.
Innanzitutto si sottolinea il rifiuto della dottrina Marxista e il Labour è descritto nelle pagine dedicate ai partiti e ai movimenti socialisti europei, come un modello: “Un partito operaio, socialista nella sostanza, ma non socialista nella forma e nel metodo. Nei suoi opuscoli afferma che la Vita è l'unica ricchezza. E i suoi dirigenti non accettano mai, nei fogli della propaganda, una teoria astratta o un ragionamento a priori, anzi si danno gran premura di rendere ben chiaro con l'esposizione dei fatti precisi, quanto in un'idea generale vi sia di essenziale”.
Turati e la Critica Sociale auspicavano che anche il socialismo italiano imboccasse questa strada, ma incontravano una fortissima opposizione “radicale”. Finché questa prevalse e Turati venne cacciato dal partito che lui stesso aveva fondato. Prima ci provò Lenin usando i “comunisti” nel PSI: non ci riuscì, e questo provocò la scissione del 1921 e la nascita del PCI. Ci ritentò successivamente Mussolini. Ma questa volta il futuro Duce vinse: Turati venne allontanato con il gruppo della Critica Sociale. Mussolini, liquidati i riformisti e indebolito il PSI su posizioni radicali, fondò il partito fascista e prese il potere.
Ironia della storia era lo stesso anno, il 1924, in cui il partito del più forte movimento dei lavoratori in Europa, il Labour, andò per la prima volta al governo.
I due destini si divisero.
Oggi il fascismo e il comunismo non ci sono più.
Resta invece l'insegnamento dei laburisti e dei fabiani, (e di Turati con la Critica Sociale): l'unica strada per il benessere e il progresso morale dei lavoratori, è la democrazia e la scelta del proprio dovere verso se stessi perchè si è mai meno eguali dei più fortunati, ma si è parte dello stesso bene comune che è interesse della propria nazione .
Carissimi e fraterni saluti.
Stefano Carluccio