Guido Olimpio, Corriere della Sera, 18 aprile 2009,
I memo della Cia costituiscono la sintesi brutale degli anni più duri della lotta al terrorismo. Un piccolo manuale della tortura redatto dai burocrati della sicurezza. Un documento che illumina il «lato oscuro » della guerra ad Al Qaeda. Operazioni clandestine, violazioni dei diritti, rapimenti, prigioni segrete. Comportamenti illegali, a volte non ortodossi, ma che la Casa Bianca di George Bush ha trasformato in «legali» per decreto interno. E colpisce la cura con la quale i quattro esperti dell'amministrazione hanno prescritto i metodi da applicare nei confronti dei terroristi. Tabelle, tempi, dosi di dolore, misure, forza da impiegare. Parametri asettici che si sono trasformati in violenze inaccettabili.
I memo, ancora, sono la spia di come una democrazia — e non è certo la prima volta — possa abbassare i suoi standard morali. Per difendersi da un nemico assassino ritiene sia possibile ricorrere a qualsiasi mezzo. Perché come ha sottolineato un esperto «tra un cittadino e un terrorista è quest'ultimo ad avere meno diritti ». Al tempo stesso bisogna ricordare il contesto temporale. Quei sistemi sono stati concepiti dopo un attacco terroristico senza precedenti. Oggi è facile dire che i seguaci di Osama fanno meno paura e che forse il pericolo è stato esagerato o manipolato. Allora la maggioranza della comunità internazionale era convinta sulla necessità di dover reagire ed era pronta a scendere a compromessi pur di proteggersi. Ciò, ovviamente, non deve essere interpretato né come pretesto né come giustificazione. Ma sarebbe disonesto tacerlo. Ma la pubblicazione degli ordini riservati della Cia racchiude un altro significato per gli Stati Uniti. Ed è la forza della trasparenza, la capacità di affrontare — talvolta, sia ben chiaro — verità scomode. Non è da tutti svelare materiale così riservato e imbarazzante, che fa litigare il Paese e fornisce munizioni ai suoi molti avversari.
Per i cinici si tratta di una mossa di facciata e ricordano quanti altri segreti sono ancora chiusi in una cassaforte. Per i conservatori è un errore clamoroso, che espone ai rischi funzionari che hanno agito per mantenere sicura l'America. Per gli ex agenti segreti può compromettere la lotta agli estremisti e far trasparire un segnale di debolezza: loro, i cattivi, penseranno che non abbiamo più «lo stomaco». Per i liberal, all'opposto, è addirittura troppo poco e invocano una commissione di inchiesta. Un dibattito acceso che ha reso insidiosa e coraggiosa la decisione di Barack Obama. Si è preso una doppia responsabilità. Quella di rivelare un frammento importante di verità e di sostenere che i tagliagole possono essere fermati con la legge e nella legge. Un principio sacrosanto che però sarà messo a dura prova, ogni giorno, dalla realtà e da criminali che non hanno ancora deposto le armi.