Il compito dell'Assemblea generale è quello di “assistere nella realizzazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali senza distinzione di razza, sesso, lingua e religione”. Su Gheddafi pesa il sospetto di aver torturato un mese fa quattro ex islamici convertiti al cristianesimo, ha vietato il diritto di sciopero, esegue arresti abritrari, punizioni collettive, sorveglianza totalitaria, non ammette diritto di parola, di associazione, di manifestazione e libertà di religione. Da molti anni la Libia non ha più un solo cittadino di religione ebraica e fino a non molto tempo fa era proibito dare un nome berbero a un nuovo nato. Da un rapporto del dipartimento di stato del 2008 si legge che in Libia vi sono “persone scomparse, torture, arresti arbitrari e traffico di esseri umani”. La Libia ha anche un seggio non permanente al Consiglio di sicurezza, da cui appoggia l'uccisione di israeliani in quanto azione di “resistenza”.
Ci sono state nomine importanti anche alla Commissione giuridica, che sui diritti umani ha un ruolo di grande responsabilità. Il presidente sarà un algerino, esponente di un paese in cui vige la sharia sulle questioni familiari e il presidente Bouteflika domina sulla magistratura. Il vicepresidente verrà da Teheran, dove i magistrati sono scelti dai mullah, le donne bandite da incarichi di prestigio giudiziario, le guardie rivoluzionarie dominano la vita civile e mettono a morte centinaia di individui con le accuse di “offesa a Dio” e “corruzione morale”. Non si contano più i dissidenti uccisi e torturati nelle segrete del regime. E' con questi paladini dei diritti umani che dovrà combattere l'ambasciatrice americana Susan Rice.