ci sarà uno stato palestinese de facto, al di là dei negoziati, delle road map e dei meeting che da sempre scandiscono l’inefficacia della strategia dei passi coordinati. I palestinesi vogliono fare uno stato per, certo, liberarsi dall’occupazione di Israele, ma anche per “dare stabilità alla regione” e avviare un percorso “per attirare investimenti stranieri”. Vogliono esistere e non soltanto resistere.
E’ una novità importante che va gestita e monitorata: già nel 1999 Arafat annunciò la volontà di creare uno stato palestinese, ma lo fece a corredo del “no” a tutte le concessioni – e allora erano davvero tante – fatte dalla comunità internazionale. Era uno stato di sfida, non certo la coronazione dell’ideale dei due popoli due stati vicini e in pace. Fayyad – che pure è un uomo molto solo, ancor più del rais Abu Mazen confinato in Cisgiordania – non appare come un provocatore, ma come uno che ha capito che l’iniziativa di uno stato deve venire prima di tutto da chi abiterà quello stato.
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