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SELEZIONE DELLA STAMPA ESTERA-8 maggio

di Critica Sociale


FINANCIAL TIMES
Independence daze diminishes debate

La Scozia è già sulla strada della separazione, non dal punto di vista della costituzione ma da quello del Labour Party. Il partito non ha assunto una posizione ufficiale sull'ipotesi di un referendum sull'indipendenza avanzata dalla leader scozzese del Labour, Wendy Alexander. È una prova del fatto che Gordon Brown non esercita più alcuna autorità sul partito. Al contrario, il primo ministro sembra liquidare un tema così importante come fosse un semplice pretesto di tattica politica.

LES ECHOS
Les multinationales broient du Brown
Dominique Seux

Reduce dalla catastrofe elettorale alle municipali, il primo ministro Gordon Brown rischia di rompere, oltre che con gli elettori, pure con le grandi multinazionali. Alcune tra le maggiori imprese internazionali, infatti, minacciano di trasferirsi altrove, ad esempio in Irlanda, se il governo non ritirerà il progetto di riforma dei brevetti che annulla i vantaggi fiscali per le imprese localizzate nel Regno Unito. L'episodio suggerisce due riflessioni: le imprese non temono più di giocare pubblicamente la partita della lobbying sul governo; l'Inghilterra non è più un paese così attrattivo per le imprese internazionali.

THE GUARDIAN
The Tory task list
Tim Montgomerie

È comprensibile la soddisfazione della leadership dei Conservatori, ma più che il risultato delle elezioni è la lezione che ne ha tratto Brown a dare a Cameron l'incoraggiamento più forte. Il primo ministro infatti non ha dato alcun segnale di aver capito quanto profondi siano i problemi del paese e quanto drastico il cambiamento di rotta richiesto al governo. Il compito dei Tory nei prossimi due anni è costruire una più ampia coalizione di voti a sostegno della candidatura Cameron. Questo significa blindare la base, capitalizzare il malcontento dell'elettorato laburista e costruire il primo internet party della Gran Bretagna.

THE TIMES
Clinton and Brown: dreams that died
Anatole Kaletsky

Le sfortune di Hillary Clinton e Gordon Brown mostrano alcune analogie. La più evidente è la simile personalità, o la mancanza di personalità. In entrambi i casi, si tratta essenzialmente di politici-macchina, ossessionati dal calcolo tattico e dai dettagli tecnici. I due mancano di eloquenza, fascino e capacità di unire. Questi deficit comportamentali suggeriscono una riflessione: la salvezza della politica progressista sui due lati dell'Atlantico dipenderà dall'emergere di nuovi leader carismatici, Barack Obama in America ed una ancora nascosta re-incarnazione di Tony Blair, nel Regno Unito.

POLITICO
Clinton won't quit; Obama doesn't care
Carrie Budoff Brown e Ben Smith


Howard Dean, il presidente dei Democrats, invita i superdelegati a rendere note le loro preferenze per uno dei due cand...



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