La premessa teorica del ciclo di incontri si fonda sull’analisi delle dinamiche economico-produttive attuali, sia sul piano nazionale sia nel contesto globale.
E questo avviene in uno scenario globale in costante e profonda trasformazione, sia sul fronte degli assetti economici internazionali sia su quello dello sviluppo tecnologico e scientifico, con il conseguente cambiamento dei modelli di produzione e distribuzione della ricchezza che realizza la ri-definizione degli scenari competitivi su scala globale.
Saranno in grado questi ambiti economici di garantire al paese una prospettiva di ricchezza duratora e solida, la capacità di reggere la sfida della competizione tecnologica e della forza intellettuale? Sarà in grado il paese di attrarre capitale umano e imprenditoriale per realizzare il potenziale innovativo e commerciale dell’eccellenza?
Il Governo ha in realtà colto la crucialità della sfida, ed ha a tal fine già attivato una serie di “Accademie per le Competenze di Settore”, con l’obiettivo di assicurare tutti gli skills necessari a ciascuno dei quattro settori strategici nell’economia della conoscenza.
L’industria dell’Ambiente e dell’Energia
I policymaker britannici hanno ormai pienamente colto il potenziale economico dei servizi basati sull’industria dell’energia e dell’ambiente. Nella sola Inghilterra, dal 2001 al 2004, i posti di lavoro nell’economia ambientale sono passati da 170.000 a 400.000, le imprese da 7.000 a 17.000 e la quota economica del settore “ambiente” da 16 a 25 milioni di sterline, mentre in Europa il settore occupa già l’1,3% del mercato del lavoro.
Questi gli interrogativi del seminario inaugurale del ciclo “The Wealth Of The Nation”.
L’industria creativa
Secondo le stime della KPMG, dal 1995 al 2015, nella sola Gran Bretagna il mercato del lavoro nel settore ”creativo”I servizi finanziari ed alle impreseIl settore legale inoltre offre una gamma di servizi che non ha paragoni nel resto del mondo, grazie alla capacità di interconnettere settori di interesse cruciale per il business – dal mercato bancario a quello dei capitali, ai trasporti ai provider di servizi pubblici, alle telecomunicazioni ed IT fino alle infrastrutture.
Negli ultimi cinque anni, l’export britannico nel settore della formazione è quasi raddoppiato. Formazione e servizi ad essa connessi rappresentano cioè il settore con la maggiore crescita all’estero, avendo già superato le quote di mercato occupate da alimentari, tabacco ed alcolici ma anche dai settori dell’industria mercantile ed aeronautica. La domanda che si pone lo Smith Institure riguarda ancora una volta le politiche del governo: in che misura ottimizzare il capitale della conoscenza ai fini della crescita della ricchezza nazionale? Come rendere le università, i college ed i fornitori privati di servizi formativi competitivi e vincenti sul mercato internazionale? Questi gli interrogativi cui si tenterà di rispondere nell’ultimo seminario del ciclo “The Wealth Of The Nation”.