Il verdetto della Florida in attesa del Super Tuesday
John McCain ce l'ha fatta. Anche senza l'aiuto degli indipendenti, ha sconfitto di cinque punti Mitt Romney. In Florida l'elettorato repubblicano sembra aver rotto gli indugi. Sono loro due i candidati fra cui scegliere. Il senatore dell'Arizona e l'ex governatore del Massachusetts hanno infatti raccolto insieme i 2/3 dei voti. La frammentazione nel GOP comincia a diminuire ed i consensi a convergere su uno/due candidati. Il vecchio Mac si aggiudica i 57 delegati dello Stato e supera il rivale per 93 a 59. Per Rudolph Giuliani la Florida rappresenta una vera e propria Caporetto. Il materializzarsi dei suoi incubi peggiori e di quanti, fra i suoi sostenitori, gli sconsigliavano di ignorare i primi scontri elet...
Il nome di Blair, come candidato alla futura Presidenza Ue, viene suggerito per la prima volta lo scorso giugno, dall’allora neo-Presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy. Blair che, di lì a poche settimane, avrebbe definitivaente rassegnato le dimissioni da Primo Ministro, passando la responsabilità di governo al “suo” ex Cancelliere, Gordon Brown, viene in realtà immediatamente investito del ruolo di “Inviato speciale del “Quartetto”, con l’incarico di predisporre un piano operativo per il rilancio della “road-map” per la pace in Medio Oriente. È su quell fronte,...
La nuova classe dirigente europea vuole ricomporre l'unità occidentale
di Fabio Lucchini
Molti in Europa attendono con trepidazione le elezioni americane del prossimo Novembre, quasi dovessero rappresentare una catarsi. Il ritorno dell'America Buona, del dopo Bush, quella con cui si può discutere e con cui si può avere un confronto. Ma qualcosa è già cambiato. I leaders dei più importanti Paesi europei non stanno partecipando al febbrile conto alla rovescia. Per loro il cambio della guardia alla Casa Bianca è un avvenimento rilevante, certo. Ma non tale da condizionare la loro considerazione degli States. Semplicemente non credono esista il tempo di un'America benigna ed il tempo di un'America ostile. Ritengono invece che un'alleanza profonda come quella che lega il Vecchio Continent...
Milioni di persone al di fuori dei confini americani guardano alle elezioni negli Stati Uniti come se il prossimo presidente dovesse avere un'influenza anche sulle loro vite. Dall'Europa all'Asia fino all'Africa, la campagna elettorale statunitense è seguita con un interesse mai riscontrato prima e che sconfina in un sentimento di speranza, da un lato, e di ostilità dall'altro.
Speranza che è rivolta al futuro presidente Usa, che molti osservatori sparsi per il mondo si augurano possa rappresentare un cambiamento significativo alla guida di una superpotenza che, in quanto tale, inevitabilmente condiziona, sia sotto il profilo economico sia sotto quello della stabilità, l'intero globo. L'ostilità è indirizzata invece all'attuale inquilino della Casa Bianca, il repubbli...
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