Bernard Kouchner ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di insistere per l'ingresso umanitario in ex-Birmania sulla scorta di due principi: il “diritto di intervento” in caso di catastrofe, riconosciuto dall'Assemblea generale negli anni ‘90, e la “responsabilità di proteggere” le vittime di genocidio, pulizia etnica, crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Questa evoluzione del diritto internazionale è stata appoggiata da tutti gli stati membri delle Nazioni Unite, nel summit per il sessantesimo anniversario dell'Onu, nel 2005. Il fatto che oggi molti governi si pentono di aver avallato quella scelta consacra quel principio alla tomba. La storia è dalla parte di Kouchner. La tragedia birmana è un test per l'autorità politica e morale dell'Onu. È dunque una vergogna che il governo britannico, che presiede questo mese il Consiglio di Sicurezza, abbia assunto una posizione ambigua, sostenendo che la responsabilità di proteggere riguarda crimini e non disastri naturali, anche se la tragedia in Myanmar è chiaramente aggravata dalla negligenza criminale della giunta birmana.
La comunità internazionale si commuove, tanto davanti alle immagini della catastrofe birmana quanto per la sua impotenza ad intervenire. Nell'era della globalizzazione, di Internet, del dovere di ingerenza, ci si è limitati all'indignazione, come se questa parte del pianeta non fosse altro che un gigante della crescita economicao, al più, un paradiso turistico.
Bernard Kouchner ha il classico profilo dell'ex sessantottino. Ma mentre i suoi compagni sposavano la causa di Fidel Castro e Ho Chi Minh, Kouchner lavorava alla Croce rossa, come medico, durante la guerra etnica in Nigeria. Nell'indifferenza dell'Europa per una guerra che non aveva nulla a che fare con la lotta tra capitalismo e socialismo, l'impegno di Kouchner era rivolto ad un solo obbiettivo: alleviare le sofferenze. È lui che ha teorizzato la dottrina “dell'umanitarismo delle brutte notizie” che, lontana dall'utopia della costruzione di una società migliore, si è preoccupata di mitigare la crudeltà delle società esistenti. L'idea minimalista di Kouchner è molto più radicale di quanto non possa sembrare. È quell'idea che ha permesso di vincere il comunismo e di sovvertire i regimi dittatoriali sostenuti da Henry Kissinger. Oggi quella stessa idea potrebbe portare al crollo dell'Onu.
Conoscere il nemico è la prima regola di ogni strategia bellica e tuttavia gli americani hanno spesso avuto difficoltà ad applicarla. Non conoscere il nemico significa esporsi a spiacevoli conseguenze, come essere colti di sorpresa dalla forza del rivale e non riuscire a sfruttarne le debolezze. L'Impero britannico è riuscito a sopravvivere grazie alla capacità di sfruttare le divisioni tra le forze potenzialmente ostili. Gli americani hanno cominciato a fare progressi in Iraq solo quando hanno adottato lo stesso approccio.
Se gli Stati Uniti fossero un qualsiasi altro Paese del globo, questi sarebbero giorni di austerità, depressione e panico a Washington. Con un deficit commerciale da 700 miliardi di dolla...
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