Il testo integrale dell'intervista a Le Monde
Simona Bonfante - Arrivato venerdì a Parigi, il neo Primo Ministro russo Vladimir Putin si è trattenuto due giorni nella capitale francese dove, da semplice “servitore dello Stato”, ha incontrato il Presidente Nicolas Sarkozy per un colloquio preparatorio al vertice Russia-Ue che si terrà il prossimo giugno, alla vigilia del semestre di presidenza francese. Putin ha avuto un colloquio anche con Jacques Chirac, che quando era ancora all’Eliseo, ha condiviso con l’ex Capo del Cremlino l’opposizione all’intervento anglo-americano in Iraq. Per lui, Putin usa il massimo rispetto: “è uomo amabile e di grande cultura – dice - ed è legato alla Russia da un rapporto di grande affetto”.
La visita di Putin a Parigi ha messo l’accento sull’ambiguità dei ruoli politico-istituzionali della “diarchia” Putin-Medvedev. La politica estera, infatti, non spetta al Primo Ministro – incarico ricoperto oggi da Vladimir Putin - ma al Presidente della Repubblica – l’assente Dmitrij Medvedev. Nell’ampia intervista rilasciata a Le Monde, tuttavia, Putin getta acqua al fuoco. “Questa visita – ha detto – la dovevo al Presidente Sarkozy al quale, in occasione del nostro ultimo incontro, avevo promesso che il primo viaggio all’estero da premier sarebbe stato in Francia.”
Con Medvedev non c’è né sovrapposizione né ambiguità di ruoli. “La Russia è una Repubblica presidenziale. E non è nostra intenzione cambiare le cose.” Le funzioni istituzionali – dice - sono chiaramente definite dalla Costituzione. Tuttavia, in quanto membro del Consiglio di Sicurezza russo – oltre che leader del partito di maggioranza - Putin rivendica il dovere di impegnarsi personalmente, anche in sede internazionale, perché l’interesse nazionale sia tutelato, in particolar modo quando si tratta di negoziare materie come la difesa, la politica energetica e la sicurezza – i temi posti dal Presidente Sarkozy nell’agenda dei colloqui parigini.
Quanto al presunto deficit democratico della Federazione, Putin nega vi sia in Russia nulla di simile ad un regime autoritario. “Il sistema politico russo – spiega – si fonda sui principi del multi-partitismo e risponde alla cultura ed alle tradizioni del paese.”
Da ex Presidente, Putin rivendica inoltre i grandi progressi compiuti nella decentralizzazione delle funzioni pubbliche e persino nel rafforzamento del sistema giudiziario che, sebbene ancora lontano dalla perfezione, è oggi molto più vicino ai cittadini di quanto non fosse in passato.
Quanto al caso
dell’ex magnate della Youkos,
Mikhaïl Khodorkovski, per il quale Medvedev non ha escluso di valutare l’ipotesi della grazia, Putin ha lasciato al Presidente la responsabilità di decidere, nella convinzione che l’attuale Capo del Cremlino agirà nel pieno rispetto della legge, che impone l’uguaglianza di trattamento e, dunque, esclude ogni forma di favoritismo. Rispetto alla dura repressione in Cecenia, Putin non ha dubbi sul fatto che avere agito con forza e determinazione sia stato un bene per la sicurezza, come dimostra il sensibile allegerimento della tensione e la progressiva normalizzazione della situazione. “Se non fossimo stati così fermi – dice – avremmo avuto più morti di quanti non ne ha provocati la dura reazione delle forze di sicurezza nazionali.”Quanto all’ingresso dell’Ucraina e della Georgia nella Nato, Putin spiega che la sua non è una preclusione all’ingresso delle due ex repubbliche sovietiche, ma un’opposizione di principio all’Alleanza Atlantica in sé.
“La Nato – osserva - nasce come strumento di difesa dal presunto pericolo sovietico. Oggi che l’Urss non c’è più, che senso ha mantenerla in vita?” “Le nuove minacce – prosegue il Primo Ministro - il terrorsimo, la proliferazione nucleare, le epidemie, la criminalità organizzata, non si affrontano in un club chiuso in cui le decisioni vengono prese si sa da chi e in che modo…”.Anche sulla definizione dei pericoli globali, Putin offre una visione diversa rispetto a quella condivisa dall’Occidente, in particolare, per quanto la riguarda l’Iran. Per l’ex Capo del Cremlino, non ci sono elementi per ritenere che l’Iran si stia dotando dell’arma nucleare. “D’altra parte – spiega – abbiamo sempre fatto presente agli amici iraniani quale pericolo per la stabilità mondiale possa rappresentare un paese nucleare in una regione esplosiva come il Medio Oriente”. “La posizione della Russia è chiara: siamo fermamente contrari alla proliferazione.”Putin si augura quindi che gli Stati Uniti non arrivino a compiere la malaugurata scelta del ricorso alla forza. La Russia ha molti interessi convergenti a quelli degli Stati Uniti, tuttavia, non mancano divergenze di visione strategica come nel caso dell’Irak e dei Balcani. Per Putin, non vi è dubbio che l’indipendenza che si è concessa al Kosovo costituisce una minaccia all’integrità della Georgia, perché crea il precedente legale per l’...