Washington Post” del 4 giugno scorso, al punto da ignorare la vita democratica nazionale. Non che sia contenta di Putin o dello stile di Governo imposto al Cremlino. No, semplicemente sembra indifferente alla vita politica, incurante dell’arbitrarietà del diritto e delle pecche democratiche del regime repubblicano. “Il gruppo di reddito medioUna ragione di tale fenomeno risiede, secondo le analisi sociali, nella sfiducia verso le prassi democratiche russe. Se la classe media non vota, quindi, non è perché sia contenta del governo che ha ma perché sa bene che il controllo politico sui processi democratici è ormai talmente pervasivo da rendere vana la partecipazione incondizionata dell’elttorato. A differenza della controparte in Occidente, dove l’inadeguata rappresentazione porta la classe prevalente a rivendicare uno spazio politico nelle istituzioni democratiche, la classe media russa non ha interesse a partecipare alla politica. almeno finchè la politicapretendono invece dalla propria classe politica.” Oltre la metà della classe media, inoltre, è composta da dipendenti pubblici e, in vista delle prossime presidenziali, Putin ha avuto l’accortezza di allentare i cordoni della borsa, regalando ai travet un bell’aumento di stipendio. Non si vede perché quei lavoratori dovrebbero sentirsene offesi al punto da scendere in piazza per rivendicare “più democrazia”! La classe media russa si caratterizza tuttavia anche per un’altra peculiarità: la totale incertezza nel futuro. Ovvero: non risparmia ma spende. “Questa tendenza – sostiene tuttavia l’autrice – potrebbe cambiare se le politiche del governo finissero, prima o poi, con l’interferire con lo stile di vita appena acquisito. “Se all’indomani delle elezioni, il governo dovesse rivelarsi meno generoso – ipotizza Masha Lipman – allora il gruppo sociale che ne verrebbe colpito potrebbe unirsi in difesa dei propri interessi.” Una porta aperta al cambiamento potrebbe ancora esserci. Il mercato degli affitti è infatti diventato a Mosca un vero terrena di caccia, a causa della scarsità dell’offerta e di un’inarrestyabile crescita della domanda. Il Cremlino comincia dunque a trovarsi in difficoltà nell’accontentare la domanda. L’insoddisfazione diffusa, in tal caso, potrebbe finire con l’alimentare una sorta di politicizzazione issue-based capace di risvegliare l’apatia cronica della borghesia moscovita. L’articolo integrale può essere consultato sul sito della Carnegie
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