del think tank londinese, analizza le ragioni del declino europeo e si fa promotore di un’agenda in cinque punti per il rilancio dell’Unione. Un rilancio, a suo avviso possibile solo se tempestivo e coerente, poiché altrimenti – scrive - “il rischio è che nel prossimo decennio l’Europa magari non sarà ancora ridotta alla fame ma ad un graduale e costante declino si.” L’Europa – spiega il ricercatore del Cer – allo stato attuale “è condannata alla crescita della disoccupazione strutturale, all’aumento dei deficit pubblici e all’acuirsi del divario tra i bisogni dei cittadini e la capacità delle istituzioni europee di soddisfarli.”