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Equality now: the future of revisionism

What comes after New Labour?

Una riflessione che coglie un Labour diviso tra gli strenui difensori dell’operato dei governi New Labour, in carica dal lontano 1997 e i nostalgici dell’Old Labour, presunti custodi degli autentici valori laburisti. Secondo l’autore entrambe le posizioni risulterebbero in conseguenze estremamente dannose per il futuro del partito.

Il Labour dovrà tracciare un programma fondato sull’obiettivo di dare alla gente un miglior controllo sulla propria vita.   individualistica, il Labour dovrà lavorare su una visione più coinvolgente di libertà, una visione che caratterizza la moderna cultura politica social-democratica: il diritto alla dignità umana ed al personale soddisfacimento delle opportunità e delle esigenze di sicurezza da ottenersi mediante uno stato che metta tutti nelle condizioni di raggiungere le proprie mete e di progredire secondo i propri obiettivi.Per tracciare questa agenda per il futuro del partito, Il New Labour dovrà guardare criticamente alla propria esperienza di governo. Gaitskell è sempre stato un personaggio politicamente scomodo per il Labour subendo cosìIn Equality now: the future of revisionismLa generazione diCharles Anthony Raven Oggi – è quindi la tesi di Diamond – il Labour deve battersi per un approccio alla politica basato sull’equità e la compassione, non sulla militanza o sulla brama di potere.

Al contrario, il socialismo doveva essere un insieme di ideali ed aspirazioni: nell’eguaglianza, nella società senza classi, e nell’impegno per la libertà, la fraternità, la cooperazione.

 

La riscrittura della Clausola IV, nel 1995, ha in effetti esaudito una delle battaglie principali dei revisionisti, nonostante i modernizzatori di oggi abbiano sempre preferito prendere le distanze da quel passato ‘social-democratico’ con ciò incappando nell’accusa che sovente viene rivolta al New Labour di essere un’entità prova di origini, senza radici nella storia politica del paese.

Ci si dovrebbe chiedere se e quali progressi abbia fatto il paese dal 1997, sul fronte della democratizzazione e su quello delle opportunità, delle battaglie perdute e delle cattive eredità che non si è stati in grado di cancellare.

Se progressi sul fronte sociale ci sono stati – dal salario minimo al potenziamento dei servizi pubblici – negativo è il bilancio sul fronte culturale nel quale si fotografa un paese ancora troppo conservatore.

A fronte di queste riflessioni, Diamond conclude con la necessità di liberare energie nuove per rinvigorire un partito chiamato ad affrontare nel 2010 una sfida nuova in un paese che cambia e che assume priorità diverse. Il terreno ideologico del XXI secolo non sarà più quello della contrapposizione tra difensori ed oppositori del libero mercato ma tra antagonistici approcci all’auto soddisfacimento individuale.

Le risposte a queste sfide non si troveranno nell’etica social-democratica pre-bellica né in The Future of Socialism o negli ideali ispiratori del New Labour. Il pamphlet Equality now: the future of revisionism può essere letto on line sul sito della Fabian Society (www.fabian-society.org.uk).

 



Link esterno: www.fabian-society.org.uk/press_office/display.asp?id=507&type=news&cat=24
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