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Extending and renewing Labour party democracy

The case for change

Forte del favore popolare registrato alla vgilia del Congresso  - un sondaggio realizzato da Ipsos/Mori per il Sun di lunedì 23 dà il Labour al 42% contro il 34 dei Tory e il 14 dei Lib-Dem - il Primo ministro presenta ai delegati un “manifesto” per una radicale rifondazione della democrazia dei partiti, di cui il Labour Party dovrà farsi avanguardia.

Anticipato da un intervento dello stesso premier sul Guardian del sabato precedente l’apertura dei lavori a Bournemouth, il manifesto per il rinnovamento del Labour ha impartito alla Conference la cifra del nuovo corso della politica progressista.

Nell’introduzione al pamphlet, Brown adotta allora questa chiave di lettura per spiegare perché, tra i primi atti del suo governo, vi sia stata proprio l’istituzione di nuovi organismi partecipativi come le giurie popolari. 

Brown annuncia così il progetto di estendere le giurie popolari e istituire un Parlamento dei giovani ed un sistema di recall che dia ai cttadini il diritto di convocare i propri rappresentanti a Westimnster per chiedere conto delle scelte operate in aula.

Se questo significa aggiornare gli strumenti di comunicazione, ad esempio, con un maggiore e più capillare utilizzo della Rete, per il neo-leader del Labour Party, il principio da salvaguardare è la centralità dei partiti politici nella vita democratica del paese.

“La proposta che mi impegno a sostenere per rinnovare il Labour Party – spiega il primo ministro – punta dritta al cuore di quello che si deve intendere per democrazia moderna. Dobbiamo creare un sistema di deliberazione e decisione adeguato all’entità dei problemi che la gente affronta ed ai requisiti di una moderna democrazia.”

“Senza il dialogo tra la base e il centro, il partito perde la cognizione dei problemi che preoccupano davvero la gente. Per questo – spiega Brown – proponiamo la creazione e l’estensione dei “forum sulla politica locale”, affinché i membri delle diverse constituency possano contribuire al policy-making nazionale.”

Il partito – ragiona infatti Brown – “deve saper realizzare un processo di ammodernamento adeguato alle caratteristiche del XXI secolo; un processo attraverso cui consentire alla gente di deliberare e quindi risolvere i difficili e talvolta complessi problemi di oggi.”

“In futuro, quei partiti ed organizzazioni che sottoporranno un tema alla nostra attenzione – annuncia Brown - verranno invitati a partecipare ad un profondo dibattito che dovrà essere un serio tentativo di trovare la migliore soluzione possible ai problemi.”

Ed ovviamente questo ha molto a che fare con le nuove forme di comunicazione su Internet. 

La nostra idea per rafforzare la democrazia del partito – concede insomma il primo ministro – è più democrazia.”

 

Con un linguaggio semplice ed uno stile asciutto, il manifesto browniano per il rinnovamento della democrazia dei partiti, affronta questioni molto più pragmatiche che filosofiche: da come riavviare un rapporto di scambio proficuo tra partiti e comunità locali a come rendere più efficace il policymaking a livello territoriale; da come riformare il sistema decisionale a livello centrale a come capitalizzare in termini politici ed elettorali questo enorme investimento del Labour sulla costruzione di una nuova democrazia progressista.

 

Si tratterà allora di avere la capacità di aprirsi alle associazioni di volontaraiato ed alle organizzazioni di privati cittadini per avviare uno scambio reale e circolare tra le idee e le risposte politiche necessarie a realizzarle.

Il nuovo Labour Party, per Gordon Brown, dovrà insomma farsi avanguardia di un più radicale processo di democratizzazione della società britannica del XXI secolo: aperta ma fondata su valori saldi e profondamente radicati nella comunità nazionale.

Il partito che Gordon Brown ha in mente, insomma, sa essere “nazionale” e nello stesso tempo vicino ai suoi membri; sa essere una grande presenza locale capace di interagire ed operare in sintonia con la comunità.”

 






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