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Over to you, Mr Brown

Il futuro del New Labour, nell’ultimo libro di Anthony Giddens

Giddens è stato tra i più stretti consiglieri di Tony Blair, oltre che testimone privilegiato del dialogo che il New Labour avviò con il Partito Democratico di Bill Clinton. Un dialogo generatore di quella radicale ondata di rinnovamento che, a metà degli Anni 90, produsse la grande apertura liberale tra le culture della sinistra europea “avanzata”. Quella stessa onda dalla quale persino l'Ulivo di allora credette di essere investito, salvo poi abbandonare la rotta della modernizzazione per un approdo meno avventuroso e profondo, come quello fornito dalla tradizione vetero-operaista dell'antica socialdemocrazia, la stessa che governa l'agenda dell'attuale governo del centro-sinistra italiano.

Parte di questa prospettiva è, per il prof. Giddens, la leadership di Gordon Brown. Il Cancelliere ha la stoffa, l'esperienza e il peso politico necessario a guidare non solo il partito ma il paese intero verso una nuova fase della sua storia di progresso e sviluppo. Brown, cioè, rappresenta per lo studioso della Lse, la migliore risposta al velleitarismo di David Cameron, nonostante l'efficace offensiva mediatica che sembra consegnare al successo la leadership dei New Tory. L'ottimismo, tuttavia, non offusca la freddezza dell'analisi di Giddens, il quale ritiene infatti che il momento per Brown sia arrivato perché esca allo scoperto, affronti la responsabilità di scegliere che leader essere, senza attendere la consacrazione ufficiale al top job. Perché questo, secondo Giddens, ha bisogno il paese: una guida ferma e decisa che, senza equivoci, indichi il futuro che si intende costruire.

In tale ottica, Giddens si spinge sino ad invocare un nuovo “egualitarismo”. Quel concetto, riflette l'autore, è stato come rimosso dal New Labour, mentre l'impegno ad abbattere le disuguaglianze non può essere considerato solo un retaggio della cultura laburista pre-globale, ma una vera necessità per consentire al paese di vincere la sfida della piena affermazione nel mondo dominato dal libero mercato.

Cruciale diventa per l'economista britannico la questione fiscale non tanto rispetto ai “punti da tagliare”, ma come un generale ripensamento della stessa architettura del sistema di tassazione, da orientare nel senso in cui, ad esempio, la responsabilità ambientale assuma un peso crescente. Sulla pressione fiscale e le ragioni per cui non incidere oltre sui contribuenti, Giddens in realtà non adduce altra ragione se non l'opportunità politica di scongiurare i prevedibili attacchi dei conservatori di fronte ad un manifesto “tax and spend” del Labour, con cui Gordon Brown rischierebbe di perdere le elezioni del 2009.

Secondo l'autore, infatti, è necessario ragionare in termini di “fine del welfare state”, ma non nel senso che ne darebbe la destra tradizionale. Il welfare cioè non è visto come un freno alla crescita economica. Piuttosto, per Giddens, è vero l'opposto. Il welfare deve diventare un'opportunità di investimento. Si passerebbe in tal modo dal “welfare state” all'investement state”, ovvero ad un welfare che sia qualcosa di molto diverso da una semplice rete di protezione sociale. Fare del sistema sociale un “investimento”, significa infatti riuscire a rendere il welfare un'opportunità economica che si realizza nel soddisfacimento del bisogno sociale. Una circostanza in cui ciò risulta evidente è offerta ad esempio dal settore della formazione. Qui investire significa infatti far incontrare la domanda di competitività delle imprese con le strategie di prevenzione e contrasto della povertà: economia con welfare.

Insomma per vincere, secondo il “guru” Giddens, il Labour non può permettersi di apparire il partito dello status quo. Al contrario, deve dimostrare tutto l'entusiasmo necessario a portare il paese a riflettere sulla qualità delle proposte politiche perché è lì che il partito può vincere i Tory. La forza che tutti i sondaggi danno a David Cameron, per Giddens è solo un abbaglio. Troppo vulnerabili le politiche e deboli i presupposti sui quali il leader tory cerca di edificare l'edificio politico del suo “nuovo” partito, perché il consenso immediato possa risultare in una fiducia duratura e stabile.

“Over to you, Mr Brown” viene presentato alla London School of Economics and Political Science (LSE) mercoledì 28 marzo. Ulteriori informazioni sull'evento, sul sito di Policy Network





Link esterno: www.progressive-governance.net/events/events.aspx?year=&id=1052
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