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Le prove del coinvolgimento russo nei disordini di Tallinn

Un rapporto del think tank estone per la sicurezza ICDS

  A pochi giorni dalla crisi che per una intera settimana ha gettato l’Estonia ad un passo dalla guerra civile, l’ICDS di Tallin, un think tank dedicato all’analisi dei temi legati alla difesa ed alla sicurezza, ha curato un rapporto che, muovendo dai fatti, fa luce sui disordini che hanno investito la capitale estone, tra la fine di aprile ed i primi di maggio. La ricerca analizza fonti ufficiali e giornalistiche, per ricostruire la dinamica di una crisi che, dalle strade della pacifica Tallinn si è spinta sino a Mosca, dove si è risolta in una pesante forma di intimidazione versoIl rapporto di ICDS giunge a stabilire con certezza il coinvolgimento della Russia, nella preparazione ed organizzazione della protesta. Vi sono prove del fatto che i manifestanti in Estonia fossero stati preparati “ideologicamente”, finanziati ed organizzati direttamente da Mosca. Prove del controllo diretto del governo moscovita nel presidio contro l’Ambasciata estone.

 

fornisce prove inequivocabili del supporto garantito ai dimostranti dalle autorità russe. Risulta infatti che quelli che i media russi definivano “manifestanti pacifici”, arrivassero a Mosca dai confini più remoti della Federazione, a bordo di autobus appositamente noleggiati presso compagnie direttamente legate al Cremlino. Non solo. Ai“La dimostrazione del fatto che il blocco dell’Ambasciata sia avvenuto con l’approvazione delle autorità – scrive ICDS, citando come fonte l’edizione tedesca del Financial Times del 5 maggio scorso – è provato dal modo in cui ne è stata decisa la sospensione. Il Ministro degli Esteri russo, nel corso di una conversazione telefonica con la controparte tedesca, il Ministro Frank-Walter Steinmeier, avrebbe infatti assicurato l’intervento della polizia, solo quando si fosse realizzata una condizione, l’allontanamento da Mosca dell’Ambasciatore estone.”

 

Nel rapporto di ICDS si ritorna per questo al 9 maggio di una anno fa, quando, in occasione della tradizionale commemorazione della vittoria sul nazismo, ai piedi di quella stessa statua di bronzo oggi al centro della faida urbana,Quell’episodio si rivelerà determinante – si osserva nel rapporto - per la polarizzazione identitaria che comincia, da allora, a montare nella piccola Repubblica estone.

 

  russa, è stato in realtà predisposto tempo addietro. Asceso al trono della Federazione russa, Putin mette in atto una strategia   

Il dogma storicistico su cui si basa la strategia di egemonizzzione culturale del monarca russo è la vittoria sul nazismo. Così la Seconda Guerra Mondiale diviene, nella nuova retorica putiniana, la Grande Guerra della Fratellanza, ed è su di essa che va ricostruito l’orgoglio identitario su cu far leva per la restaurazione dell’impero.

Non appaia dunque un caso, si osserva nel documento del think tank estone, se la statua di bronzo in piazza Tõnismägi è assunta nel film come perno simbolico della storia.

  Sergei Overtshenko, avrebbe ripetutamente incontrato ai Giardini Botanici di Tallinn, il leader dei “Night Patrol”, Dmitri Linter, accusato di essere il principale responsabile degli scontri.”

Tra le altre prove del coinvolgimento di Mosca, si riportanoi recenti attacchi informatici contro i siti e le banche dati delle principali istituzioni estoni, mentre il principale tassello della guerra di Mosca contro l’autonomia delle democrazie dell’ex impero viene identificato, da ICDS, nell’uso propagandistico dei mezzi informazione. Nei giorni degli scontri a Tallinn, si osserva ad esempio, i media russi in Estonia hanno stravolto il racconto dei fatti in modo che se ne potesse dedurre la violazione ai diritti umani dei manifestanti da parte delle forze dell’ordine estoni. Non solo: mentre montava la protesta contro l’oltraggio alla statua di bronzo, le tv in lingua russa – principale fonte di informazione dei 300.000 russi di Estonia – trasmetteva resoconti e testimonianze di manifestanti che dichiaravano di aver assistito personalmente ad atti di violenza e repressione da parte delle forze dell’ordine estoni. Episodi che si sono rivelati del tutto infondati ma che i media russi hanno invece montato, ingigantito, reiterato sino a farli risultare una provocazione troppo forte, un oltraggio intollerabile alla dignità del popolo russo.

  cinquencento metri dalla statua, nell’area presidiata dalla polizia per arginare i manifestanti in un perimetro controllabile. La vittima, insomma, si trovava lì non per difendere con il proprio corpo l’inviolabilità della statua di bronzo, ma per attaccare la polizia, provocarla con il solo obiettivo di subirne la reazione e fare di questa la prova dell’aggressione.

Il rapporto può essere consultato in versione integrale sul sito di ICDS




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