Il progetto, nato dalla volontà di avviare uno studio sull’incidenza delle condizioni di svantaggio infantile sulle opportunità di progresso sociale, punta a formulare la strada da seguire per conseguire l’ambizioso obiettivo perseguito dal Labour Party: azzerare la povertà infantile della Gran Bretagna entro il 2020.
Nel rapporto della Fabian ci si appella alle ragioni filosofiche che rendono essenziale la riduzione delle ineguaglianze al fine di creare un paese più giusto. Si individuano quindi le politiche e le strategie per creare un consenso trasversale, sia a livello politico sia di opinione pubblica, perché l’uguaglianza delle opportunità divenga un obiettivo condiviso che impegni tutto il paese nel suo conseguimento.
La Commissione offre dati concreti su cui misurare l’impatto della povertà relativamente alle opportunità di vita. Nel biennio 2000-2002, ad esempio, la mortalità infantile tra i bambini con genitori occupati in lavori precari risulta doppia rispetto ai figli di professionisti, con un divario che è andato acuendosi a partire dal biennio 1994-96. Analoghi riscontri dimostrano i peggiori risultati scolastici di bambini nati in contesti socio-economici svantaggiati e mentre nel biennio 2003-2004 è diminuito il numero dei bambini poveri dal, 25% registrato nel 1996-97 al 21%, la percentuali triplica, arrivando al 61%, se si considerano i bambini di origine pakistana e del Bangladesh.
Tra le raccomandazioni:
- l’istituzione di un comitato permanente cui affidare il monitoraggio degli effetti dei provvedimenti intrapresi e la promozione delle politiche del governo sì da informare il dibattito pubblico attraverso una grande visibilità data al tema sui media;
- il diritto ad un intero anno di congedo parentale, reversibile tra i due genitori, in modo da incentivare l’impegno dei padri ad affrontare le responsabilità della primissima infanzia;
- in riferimento agli accordi governativi finalizzati al miglioramento degli standard dei servizi pubblici, si propone di includere la scuola tra i servizi monitorati, indicando l’obiettivo di eliminare le diseguaglianze legate alla frequenza scolastica; in tal senso, le politiche scolastiche dovrebbero intervenire per ridurre il gap tra studenti con background socioeconomici diversi, attraverso una riforma delle politiche di ammissione e di finanziamento pubblico, oltre ad una targettizzazione del sistema di ispezione fondato sulla parità di opportunità effettivamente garantita agli studenti più svantaggiati;
- aumento della progressività del sistema fiscale, riforma della tassa di successione (in modo da spostarne il carico sugli eredi) ed istituzione di un sistema di monitoraggio sulle diseguaglianze di reddito.
Grande attenzione viene rivolta agli sforzi del governo volti a garantire equità di opportunità a scuola in modo che anche i bambini più svantaggiati abbiano la possibilità di partecipare pienamente alle molteplici attività educative extra-curriculari dalle quali vengono spesso esclusi per ragioni economiche. E con un ulteriore preoccupazione di carattere formativo: garantire oggi parità di opportunità tra ricchi e poveri significa abituare i giovani ad una società che non discrimina in base al censo e che è sensibile al problema delle disparità legate allo status economico.