Alla luce dei recenti sviluppi nei rapporti tra Russia, Usa ed Europa, la Carnegie Endowement ha organizzato un incontro per discutere le prospettive di quella delicata triangolazione geopolitica, che sembra destinata ad acquistare un peso crescente nelle dinamiche internazionali.
All'incontro, presieduto da Thomas Gomart, Direttore del Russian/NIS Centre presso il French Institute of International Relations, e Dmitri Trenin, senior associate del think tank americano promotore dell'iniziativa.
Gomart, in particolare, ha sottolineato come la diffidenza reciproca, platealmente emersa ai vertici di Samara tra Russia e Ue, ed al meeting tedesco del G8, è destinata a continuare almeno fino al 2008. La relazione con la Russia di Putin, sostiene infatti lo studioso, potrà migliorare solo quando i policymakers saranno capaci di metabolizzare il superamento della “guerra fredda”, e riusciranno a fare i conti con l'attuale architettura del sistema di relazioni internazionali.
Il sistema triangolare Usa-Russia-Europa, dice Gomart, offre tre diverse prospettive. La Russia ha perso interesse nell'integrazione all'interno della comunità occidentale. Ha inoltre abbandonato la strada delle riforme interne, cercando piuttosto di assicurarsi un ruolo di leader globale, con l'ingresso in quei circoli internazionali che meglio garantiscano il consolidamento del suo status ed il perseguimento del suo interesse nazionale.
In un certo senso, quindi, è come se la Russia cercasse la rivincita dall'umiliazione subita negli Anni 90, facendo leva su quel sentimento per consolidare il consenso attorno all'autorità presidenziale.
Lo stallo del decision-making europeo, innescato dall'ultimo allargamento ad est, ha inoltre reso l'Europa più insicura e impreparata ad affrontare – da paese confinante – la Russia del riscatto putiniano. In tal senso, un cambiamento di strategia è non solo auspicabile ma, con la nuova leadership di Nicolas Sarkozy, appare adesso persino possibile.
Gli Usa infine. Indeboliti dall'ostilità suscitata dall'intervento unilaterale in Iraq, hanno offerto a Putin il destro per realizzare la strategia di consolidamento dell'orgoglio nazionale. Ancora oggi, tuttavia, gli Usa non hanno definito una strategia chiara e coerente verso la Russia.
Ed in questa tensione tra Russia e Usa, c'è un'Europa incapace di scegliere da che parte stare.
Ma, ammonisce Gomart, se è vero che Putin è stato abilissimo nello sfruttare la debolezza della controparte occidentale, è altrettanto vero che non ha alcun interesse a distruggere l'Occidente.
Non si può quindi parlare di un vero e proprio spostamento del centro di gravità del triangolo Usa-Russia-Europa, quanto piuttosto di un nuovo bilanciamento tra ideologia e pragmatismo.
In tal senso il rapporto tra Russia e Ue rimarrà l'asse portante della triangolazione e nonostante le pressioni contrarie che potranno venire dagli Usa, sarà cruciale per l'Europa improntare il dialogo con Mosca all'insegna della cautela, per scongiurare il rischio di una rottura che spingerebbe all'inasprimento della contrapposizione.
Insomma, conclude Un report dettagliato dell'incontro, è disponibile sul sito della .