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Britain and Europe in a Global Age: Common Challenges, New Opportunities

Tony Blair alla conferenza di Policy Network

Ha avuto una grande eco sulla stampa internazionale il convegno organizzato da Policy Network a Londra, il 18 gennaio scorso. Il think tank presieduto da Peter Mandelson, recentemente affidato alla direzione di Patrick Diamond, ha dedicato una giornata di studio alle sfide ed alle opportunità dell'Europa globale.

Introdotto da un welcome speech del Commissario europeo al commercio, Mandelson, il convegno ha attirato l'attenzione dei media internazionali, soprattutto per l’intervento del Primo Ministro, Tony Blair, che ha concluso i lavori marcando la cifra politica dell’evento.

Blair ha parlato della “grande opportunità” per le forze progressiste inglesi ed europee di ritrovare nell’Unione lo spazio per affermare quell'internazionalismo liberale che ha ispirato i successi della politica estera neolaburista.

Blair ha raccontato un modello sociale "diverso" da quello auspicato da tanta parte della sinistra: non meno ma più liberale, non meno ma più flessibile. Un sistema sociale europeo capace di dare forza e potere ai cittadini creando, attraverso l'istruzione, una rete di protezione sociale fondata sull'eguaglianza delle opportunità.

Blair ha raccontato un'idea di Europa in cui i progressisti fanno i progressisti, intercettano i nuovi bisogni ed aggiornano le ricette necessarie a perseguire i propri valori di giustizia. Le resistenze, le difese dello status quo – ha richiamato il leader neolaburista - non fanno della sinistra il fronte del progresso, ma quello della conservazione.

Questo vale tanto per il socialismo in salsa britannica quanto per le culture progressiste europee. “Nel Labour – ha infatti osservato Blair – si è insinuata la sindrome del tradimento rispetto ai valori autentici della sua storia politica. Unla Terza Via.  ritorno al passato. Progressisti sono quanti riconoscono, in quella cultura, la possibilità di agire al meglio e in maniera innovativa, per i valori ispirati dalla tradizione politica delle socialdemocrazie liberali.

Il discorso di Blair – ispirato e ambizioso – ha ancora una volta dimostrato tutta la vitalità politica di un leader capace di guardare al futuro - del partito, del paese, dell'Europa - con una visione chiara che non rinuncia, ma affronta, le sfide che si impongono alla politica ed alle società nella complessa era globale.

Se sia giunto ormai alla fine di un ciclo, lo diranno i fatti dei prossimi mesi. Ma che il blairsimo sia ormai al capolinea è assolutamente escluso. Nella sua esperienza, nel partito e nel governo, Blair si è impegnato a costruire un capitale politico da consegnare alla storia della Gran Bretagna che spetta ora ad una nuova leadership targata New Labour far fruttare. “Per fortuna – ha osservato il Premier, innanzi ad un osservatorio attento come la platea di Policy Network - non ho alcun dubbio che chi prenderà la guida del partito per condurlo alle prossime elezioni voglia che il New Labour rimanga New Labour.

“Se così non fosse – continua Blair – il problema non sarebbe quello di scegliere di cambiare rispetto all’esperienza New Labour, ma scegliere di interrompere un processo di innovazione politica. Sarebbe, cioè, come scegliere il vecchio per paura del nuovo, non per convinzione ma per inerzia, perché è lì che ci sente più a proprio agio”

All'intervento di Blair sono poi seguite le relazioni delle baronesse Valerie Amos, Patricia Hollis e Jan Royall e di esponenti del partito e del governo come Hilary Benn, Lord Charles Clarke, Geoff Hoon, John Hutton, Denis MacShane, Alan Milburn e David Miliband, oltre all'immancabile professor Anthony Giddens, padre della Terza Via.

Un appuntamento importante, quello organizzato da Policy Network. Un chiaro segno del rilancio del think tank dopo il low profile che ne ha segnato le attività negli ultimi anni. Ed il rilancio, sembra evidente, appare tracciato lungo una prospettiva di rinnovamento e rigenerazione del pensiero politico nel solco della visione e dell’eredità blairiana.





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